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La Arletti Pavimentazioni Stradali di Modena ha concluso il rifacimento dell’autodromo di Pergusa affidandosi a due finitrici gommate Sumitomo HA60W, macchine dai contenuti tecnici di alto profilo.

L’autodromo di Pergusa (EN), circuito lungo 4.950 m che si snoda attorno all’omonimo lago e che conta tre chicane dai diversi gradi di difficoltà, è stato oggetto di un profondo “make-up” che lo ha portato verso una completa rifunzionalizzazione attraverso il totale rifacimento del tappeto di usura della pista e di una serie di opere accessorie.

Fra le Aziende italiane che hanno maturato una forte specializzazione nella costruzione e nella pavimentazione di autodromi vi è la Arletti Pavimentazioni Stradali di Modena che, dopo averne realizzati sia in Italia che all’estero, si è aggiudicata la riqualificazione di quello di Pergusa.

Mauro Arletti, Titolare dell’Azienda insieme al fratello Roberto, segue in prima persona i cantieri più delicati e complessi in modo da gestire ogni eccezionalità in tempo reale.

Infatti, durante la nostra visita in cantiere, ci ha raccontato che “Ci sono cantieri, come nel caso di Pergusa, molto lontani dalla sede aziendale ed è importante, per le persone che lavorano con noi, sentire che siamo con loro. Inoltre qui le problematiche tecniche sono molto alte ed è fondamentale, nonostante l’organizzazione meticolosa, che alcune decisioni siano prese in tempo reale”.

Mentre ci parla passa da una finitrice all’altra chiedendo, incoraggiando e organizzando il lavoro della sua squadra. “Ci sono persone che lavorano con noi da quasi 20 anni e che, prima di fare questa professione, erano occupate in settori completamente diversi. È un grande orgoglio averli formati e vedere come, dal loro ingresso in Azienda, siano ancora tutti con noi”. 

Una scelta da Specialisti

I lavori di riqualificazione dell’autodromo di Pergusa hanno previsto la scarifica a freddo di tutta la pista in modo da rimuovere il tappeto di usura, risanare lo strato di fondazione ove necessario ed effettuare la successiva stesa del conglomerato bituminoso per formare la nuova pavimentazione superficiale.

“Si tratta di un lavoro complesso – ci ha spiegato Mauro Arletti – in cui si stendono conglomerati con differenti composizioni a seconda dei tratti di pista. Non sono inoltre ammessi giunti di ripresa nelle chicane ma solo nei rettilinei, limitazioni che ovviamente impongono tempi e ritmi di stesa da rispettare in modo rigoroso, senza contare che nelle chicane è richiesta una sola passata adeguando il banco alle larghezze variabili in modo da ottimizzare la qualità della stesa e rispettando le pendenze laterali di progetto”.

La “giornata tipo” di una squadra al lavoro a Pergusa inizia molto presto, finisce molto tardi e non prevede interruzioni della stesa. Per consentire alcuni momenti di riposo, sono previsti dei “jolly” che sostituiscono momentaneamente gli operatori delle finitrici e dei rulli così da non sospendere mai il processo di lavorazione. L’organizzazione dei flussi di alimentazione avviene sulla base della produzione giornaliera attesa e sul rispetto dei tempi di guida dei veicoli impegnati nel trasporto.

Le macchine all’opera

Vista la particolarità del lavoro, per la stesa Mauro Arletti ha deciso di utilizzare due vibrofinitrici Sumitomo HA60W accompagnate da quattro rulli compattatori.

“Le caratteristiche tecniche di queste macchine sono molto interessanti e, grazie all’assistenza fornita dal Distributore O.M.S. Officina Macchine Stradali (www.omsbressan.it), non abbiamo avuto alcun dubbio” – ci ha spiegato Arletti. “Sono macchine pensate veramente con l’ottica di chi lavora tutti i giorni con esse, con il rasatore che passa da 2,3 a 6,0 m in modo completamente idraulico e senza dover montare allargatori manuali.

Con due vibrofinitrici affiancate riusciamo a pavimentare le chicane adattando in modo continuo la larghezza, senza nessun problema e senza dover riprendere le passate. Non solo: il problema fondamentale non è tanto arrivare a larghezze di quel tipo, ma fare in modo che il conglomerato venga portato fino agli estremi del rasatore in modo omogeneo e che non vi siano scalini fra l’elemento centrale e gli allargatori”.

In un lavoro come questo, per riuscire a garantire una pavimentazione che rispetti i requisiti richiesti la qualità della stesa è fondamentale: in questo senso, la Sumitomo HA60W ha parecchie frecce nel proprio arco.

“La planarità del rasatore è regolabile in continuo in modo completamente idraulico – ha proseguito Arletti – in modo che vi sia sempre l’adattamento necessario alla situazione del cantiere. Lo stesso vale per le pendenze trasversali. Con queste finitrici riusciamo a mantenere ritmi produttivi molto alti portando avanti una stesa di alta qualità”. E continua: “Il rasatore adotta soluzioni che si vedevano su alcune finitrici di alta qualità costruite in Italia moltissimi anni fa.

Soluzioni a mio avviso geniali che poi sono state stranamente abbandonate, probabilmente per motivazioni di costi di costruzione. Davanti al tamper è infatti presente lo strikeoff che rende uniforme la stesa e pre-compatta il materiale. Il tamper stesso deve quindi lavorare meno richiedendo, a sua volta, meno potenza idraulica e quindi abbassando il consumo di gasolio”.

“Il conglomerato viene distribuito perfettamente su tutta la larghezza del rasatore, sia grazie alla coclee regolabili idraulicamente in altezza, sia grazie alla presenza delle Mold-board, le paratie che sono collocate di fronte al tamper e regolano in modo continuo il flusso di materiale. Anche queste possono essere regolate e la loro funzione non è solo legata alla distribuzione del materiale ma anche alla sua miscelazione e stesa regolare”.

Per essere efficaci e produttivi occorre che la vibrofinitrice sia anche facilmente utilizzabile e che permetta un rapido adattamento da parte degli operatori.

E infatti Mauro Arletti ci ha tenuto a precisare che “… queste due macchine della Sumitomo hanno al proprio interno moltissima tecnologia finalizzata alla massima produttività in ogni contesto lavorativo. Ma è una tecnologia molto semplice da usare: si capisce subito a cosa servono le funzioni. I quadri di comando vicini al rasatore sono utilizzabili senza problemi anche con i guanti da lavoro, hanno controlli analogici tramite interruttori manuali e sono ben memorizzabili. Si vede che è stata pensata per chi lavora”.

“Stessa cosa per il posto guida che permette di regolare sedile, quadro e pedaliera autonomamente in modo che ogni operatore si possa adattare alle proprie abitudini. Il sedile di guida trasla idraulicamente verso l’esterno permettendo di avere la massima visibilità possibile sull’area di lavoro”.

“L’altra cosa che mi ha colpito in modo positivo” ci racconta “sono i consumi molto bassi per una macchina con questa capacità produttiva. Anche in questo caso, Sumitomo ha messo a punto delle soluzioni integrate che permettono di installare basse potenze, ottenere bassi consumi e avere una elevata resa complessiva. Come i motori di traslazione idraulici a cilindrata variabile che non fanno uso di catene, non richiedono variatori di flusso e si adattano automaticamente allo sforzo necessario in quel preciso istante”. 

Produrre in modo controllato

Il controllo di qualità di tutto il processo è importante per qualsiasi lavoro ma, in un contesto come quello dell’autodromo di Pergusa, diventa fondamentale per l’accettazione finale. Sulla finitrice che opera in posizione più arretrata è stato montato uno scanner Moba Pave-IR che monitora in tempo reale la temperatura di stesa del conglomerato.

Con l’impiego di raggi infrarossi è in grado di controllare le disuniformità nel conglomerato ed eventuali problematiche di stesa, se ci sono le condizioni di omogeneità richieste.

“Stiamo constatando” ci spiega Arletti “che la stesa con le finitrici Sumitomo ci sta dando ottimi risultati anche in termini di omogeneità del materiale e della sua temperatura. La tramoggia con profilo anteriore ribassato permette infatti un carico facilitato anche ai veicoli che non sono dotati di barra antincastro pieghevole. Le sponde anteriori idrauliche permettono di avere sempre un’alimentazione continua del materiale senza residui che costituiscono delle difformità in termini di amalgama e di temperatura.

L’efficienza di tutto il sistema di alimentazione permette di mantenere una velocità di stesa uniforme, molto buona e con una elevata omogeneità del materiale. Aspetti importantissimi per completare la pavimentazione rispettando i criteri di qualità imposti dalla committenza e dalla Direzione Lavori”.

I 4.950 m del circuito sono stati pavimentati in quattro giorni di lavoro condotto con ritmi serrati ma continui e in cui la disponibilità delle due Sumitomo HA60W non ha mai dato problemi. “Sappiamo che i prodotti giapponesi hanno una qualità molto elevata – continua Mauro Arletti – ma in casi come questo occorre che tutto vada bene e che non ci siano intoppi.

La disponibilità della O.M.S. e della famiglia Bressan, Importatori per tutta Italia di queste macchine, è ormai proverbiale e molto apprezzata nel settore. Per scongiurare qualsiasi problema è stato presente in cantiere Riccardo Bressan, Responsabile Post-Vendita della O.M.S., pronto a intervenire in caso di necessità.

Anche se non c’è stato bisogno. L’ultima cosa che abbiamo apprezzato è stata la presenza di un solo asse anteriore – spiega Bressan vicino a una delle due Sumitomo al lavoro – che consente una manovrabilità eccellente e, quando abbiamo lavorato nelle chicane, ci ha permesso di operare senza nessun problema.

Un lungo insieme di dettagli che si fanno apprezzare sia nei grandi lavori che in quelli ordinari”. E infatti Mauro Arletti conclude: “Le due Sumitomo che abbiamo utilizzato per questo lavoro sono macchine pensate con l’ottica di chi lavora.

A partire dalle semplici manovre, per arrivare al rasatore allargabile idraulicamente da 2,3 m fino a 6,0 e che rimane nella sagoma legale di trasporto senza dover rimuovere le sponde laterali, alla stesa veramente efficace e con la distribuzione del materiale uniforme.

Senza contare il riscaldamento delle piastre che può essere elettrico o a gas, con quest’ultima modalità che utilizza l’aria e non la fiamma diretta evitando le difformità. Si tratta di macchine che si adattano molto bene sia alla stesa di grandi superfici in tempi ridotti, sia ai lavori di manutenzione su strade ordinarie o cittadine dove la polivalenza e la rapida adattabilità a situazioni complesse possono fare la vera differenza”.

Arletti Pavimentazioni Stradali: per andare a 300 all’ora

La Arletti Pavimentazioni Stradali nasce a Modena nel 1957. Nel 1995 prendono le redini aziendali Mauro e Roberto Arletti, figli del Fondatore che, senza mai abbandonare le attività che hanno nel tempo qualificato professionalmente l’Azienda, si specializzano nella costruzione e pavimentazione di piste per autodromi.

In questa specifica nicchia di mercato, mettono in luce una capacità tecnica e organizzativa di primissimo livello che li qualifica come specialisti conosciuti anche a livello internazionale. Le pavimentazioni speciali realizzate per le piste di prova e collaudo di Ferrari (autodromo di Fiorano), Maserati, Ducati, Pirelli, Lamborghini e Fiat Auto sono una dimostrazione della capacità di portare a termine lavori complessi, partendo dalla progettazione per arrivare al prodotto finito.

Molte altre Aziende di rilevanza internazionale, come Marazzi- Ragno, Floorgres, Rex e Cerim, si rivolgono all’Impresa modenese per portare a termine lavori di tipo maggiormente tradizionale, mettendo l’accento sulla sua capacità di svolgere in tempi ridotti e con elevati risultati qualitativi interventi di manutenzione in ambiti lavorativi complessi.

L’attività dei fratelli Mauro e Roberto Arletti si esplica anche in altre Società collegate quali NTS, che si occupa di stabilizzazione delle terre, Simco, per la produzione di conglomerati bituminosi e Modena Recupera, che gestisce impianti di recupero materiale da conferimento e demolizione e riciclato. Una vera e propria attività a 360° in cui andare a 300 all’ora è una vera e propria vocazione al dinamismo e alla professionalità.

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